Si ritiene che rotture della cuffia dei rotatori che non possano guarire da sole, ma possono peggiorare? Si puo’ fare qualcosa per non farle aumentare di dimensioni?
Chi mi segue sul blog penso abbia già capito che non sono un fautore della chirurgia come panacea di tutti i mali. Al contrario considero le terapie non chirurgiche un’opzione spesso valida ed efficace.
Voglio qui prendere in considerazione le rotture della cuffia dei rotatori, problematica che interessa intorno al 10% delle persone sopra i 50 anni e circa il 30% degli over 80.
La terapia non chirurgica – che generalmente consiste in infiltrazioni, somministrazione di antidolorifici e fisioterapia specifica – si rivela nella maggior parte dei casi efficace nel trattare il dolore, anche se ovviamente non può riparare la lesione. Puo’ invece risolvere completamente il problema in caso di tendinopatie, tendinosi o tendiniti senza che ci siano vere e proprie rotture dei tendini. In questi casi anche terapie come laser terapia o tecar terapia possono essere utili.
Paradossalmente il rischio maggiore è che, proprio in quanto molto validi per lenire il dolore, questi trattamenti possano mascherare nel tempo un peggioramento della lesione fino a portarla a dimensioni che rendono la riparazione chirurgica piu’ difficile o impossibile.
Fattori di rischio
In passato alcuni studi avevano individuato la giovane età, la partecipazione allo sport e il lavoro manuale come principali fattori di rischio nella progressione della lesione. Studi piu’ recenti al contrario li hanno in parte scagionati, così come l’abuso di alcool o la presenza di tassi alti di colesterolo. Tra i maggiori imputati compaiono invece il fumo, l’intervento di nuovi traumi e l’ampiezza della lesione compresa tra 1 e 3 cm. Il rischio piu’ basso di progressione e’ stato registrato dalle lesioni parziali che interessano solo la parte piu’ profonda del tendine (lesioni parziali articolari).
Progressione della lesione
Un recente studio prospettico su 174 pazienti ha evidenziato un aumento delle dimensioni della lesione in quasi il 50% dei pazienti (1 su 2) nell’arco di 19 mesi.
Nei pazienti in cui la lesione e’ diventata piu’ grande, l’aumento medio delle dimesioni della lesione e’ stato di 6 mm in lunghezza e 3 mm in larghezza, quindi con una velocità (prospettata) di progressione di circa 2 cm in lunghezza e 1 cm in larghezza nell’arco di 5 anni; così una lesione piccola puo’ diventare grande, senza che il dolore associato sia proporzionalmente in aumento.
A quel punto però l’intervento chirurgico si presenta assai piu’ critico: la riparazione di una lesione di piccole dimensione è ovviamente molto più semplice e da risultati migliori rispetto alla riparazione di una lesione più ampia o massiva.
Nel caso in cui l’intervento chirurgico non sia inizialmente consigliato (o non ci si voglia/possa sottoporre) raccomando quindi di non modificare radicalmente le proprie attivita’ quotidiane (a meno che non sollecitino eccessivamente le spalle). E’ molto importante invece tenere sotto controllo la lesione, per evitare che aumenti di dimensioni fino a diventare non più riparabile e, come spesso i medici consigliano, smettere di fumare.